Varie

Ricordo da tempo, e da sempre, che scrivere è una delle mie più grandi costanti. Scrivo per non dimenticare, scrivo per svuotare, scrivo per non pensare, scrivo per riportare alla mente e al cuore.
Come con la corsa.
Da quando è entrata in punta di piedi nella mia vita, corro per mille motivi. Corro per stare sola, corro per stare in compagnia, corro per non piangere, corro per respirare, corro per sentirmi viva. Corro quando sono arrabbiata e corro quando sono felice.
Si corre per non pensare e alla fine si finisce per pensare il doppio. E sembra tutto incasinato.
Ma quando torniamo a casa e giriamo le chiavi nella serratura… ecco che tutto appare molto, inspiegabilmente, più chiaro.

Avrei tanti argomenti di cui mi piacerebbe raccontare, ma uno su tutti è forse il “come”.
Come ho iniziato a correre.
Curioso, perchè ognuno ha le proprie, valide, motivazioni.
La mia era quella di dimagrire.
Ero arrivata in un momento della mia vita che non ero più felice di me; mi guardavo allo specchio e pensavo “ma no, dai”.
Un giorno, nella città del mio cuore, Valencia, mi sono detta: “da oggi si cambia”. Ed è proprio cosi che è andata… da un giorno all’altro si cambia per davvero.
E senza pensarci troppo, perché si è azionato quel meccanismo interiore a cui non puoi far altro che dare retta.

Ricordo perfettamente i primi, infiniti, kilometri nel vialone di fianco a quella che è stata la mia prima casa. Stavo fuori forse venti minuti, tornavo con guance rosse e mani congelate, ed era sempre mattina presto, prima di andare a lavoro o dirigermi in università. Ovviamente i kilometri non erano mai più di 3. Ma mi sembrava di essere già bravissima.
Come ha detto la mia compagna di squadra Eva in un articolo precedente “ci sono degli obiettivi che non hanno bisogno di misurazioni. Sono semplici o piccole cose che prima non riuscivi a fare e dopo invece riesci”. Ecco: niente di più vero.
Ci sarebbe molto altro da dire, da raccontare, da scrivere, ma finirei per scrivere forse un libro. Comunque, avevo iniziato effettivamente a perdere peso. E tanto bastava a rendermi molto orgogliosa di me stessa.
Che poi io ho sempre odiato correre. Stiamo parlando di un’ex pallanuotista.
Sport praticati? Sempre e solo di “acqua”, mai di “terra”. Ma tant’è.
Comunque, torniamo a noi.
Iniziavo a perdere qualche kilo, quindi il tutto era, decisamente, più motivante.

Passa qualche mese, la corsa si intensifica, inizio a confidare nelle mie gambette, tanto fino al punto di iscrivermi a una mezza maratona. Quale…?
Quella di Valencia, ovviamente.
Che per una serie di motivi, anche e soprattutto di salute, poi, non potrò correre.

Perchè vi racconto questo?
Perchè in realtà tutto sembra impossibile, finché un giorno decidiamo di iniziare a lavorare su noi stessi per renderlo possibile. E io ne sono la prova vivente.
Ho perso più di 20 kg e guadagnato una squadra fantastica: gli ARIES.

Tra meno di un mese proverò la distanza regina e indovinate? Passerò proprio da quel famoso vialone di fianco a quella famosa casa.

Una delle miei frasi preferite, e che porto nel cuore è questa: “Continua a correre, si. Ma impara bene a fermarti se nel percorso qualche fiore si può ancora cogliere”.
È di una canzone che ascoltavo da adolescente ma che non ho mai dimenticato.

E da quando ho imparato a correre la ricordo spesso: la corsa come metafora di vita, questo ritmo frenetico che ci impedisce di fermarci, di staccare per un attimo.
Ecco… niente di più sbagliato: ricordiamoci sempre di fermarci, che qualche fiore, nel percorso, c’è sempre.
Ed è lì ad aspettare proprio noi.

Quando ho imparato io a rallentare, a fermarmi, ecco… ho iniziato a intravedere qua e là fiori arancioni e azzurri…

🧡💙

Ilaria